L’orbita delle stelle: Einstein aveva ragione
Einstein aveva ragione e la Teoria della Relatività continua a predire risultati esatti a più di cento anni dalla sua formulazione.
C’è una stella, chiamata S2, che si trova in prossimità del centro della Via Lattea. Studiata da 27 anni, S2 ruota attorno a un punto “vuoto” dello spazio chiamato Sagittarius A*, che si ritiene sia il buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia.
Le ultime osservazioni condotte nel deserto del Cile presso il Very Large Telescope, l’osservatorio astronomico finanziato dall’Organizzazione europea per la ricerca astronomica nell’emisfero australe, hanno rilevato che S2 non ruota seguendo un’orbita ellittica, come previsto dalla legge gravitazionale di Newton, ma esegue una precessione attorno al buco nero, percorrendo un’orbita a rosetta, come predetto dalle leggi della Teoria della Relatività.
Il moto di precessione è analogo a quello compiuto da Mercurio attorno al Sole.
Secondo le teorie moderne, al centro di ogni galassia si trova un buco nero supermassiccio. Nell’immagine che segue, vedete S2 che ruota attorno a qualcosa che non si vede. Per dare un’idea di quanto veloce stia andando, il righello in alto a destra (10 giorni luce) equivale a 259 miliardi di chilometri. Dai calcoli dell’orbita si è stimato che l’oggetto misterioso attorno al quale S2 sta girando ha una massa pari a 3,7 milioni di Soli. Secondo le teorie moderne un oggetto così grande che non emette radiazione può essere solo un buco nero.
Non è la prima volta che S2 viene utilizzata come campione per testare le previsioni della Relatività. Due anni fa le misure effettuate attraverso tecniche di spettrometria a infrarossi, interferometria e ottica adattiva rilevarono il redshift gravitazione delle onde elettromagnetiche provenienti dalla stella.
SpaceX e NASA lanciano degli astronauti nello spazio
Il 27 Maggio la NASA lancerà un equipaggio verso la Stazione Spaziale Internazionale. Il lancio avverrà dal Kennedy Space Center, in Florida, utilizzando una navicella e un razzo di SpaceX, motivi per cui c’è molta enfasi. È dal 2011, infatti, che la NASA non lancia in orbita astronauti dal suolo americano, anno dell’ultima missione del programma Space Shuttle.
Gli astronauti Robert L. Behnken (NASA) e Douglas G. Hurley (NASA) partiranno a bordo della Crew Dragon di Space X utilizzando un lanciatore Falcon 9. In seguito, arriveranno alla stazione spaziale, dove si uniranno alla missione Expedition 63 con i cosmonauti Christopher Cassidy (NASA), Anatolij Ivanišin (Roscosmos) e Ivan Vagner (Roscosmos).
Gli occhi saranno tutti puntati su SpaceX. La missione di lancio, chiamata Demo 2, è un test finale per l’azienda di Elon Musk, poiché servirà per convalidare il veicolo di trasporto per equipaggio, le capacità operative della navicella in orbita e l’intero sistema di lancio.
BepiColombo saluta la Terra
Le sonde della missione BepiColombo hanno effettuato un ultimo flyby, passando vicino alla Terra prima di dirigersi definitivamente verso Mercurio.
BepiColombo ha dunque sfruttato la gravità del nostro pianeta come metodo naturale di propulsione per aumentare la sua velocità di crociera. Arriverà in prossimità di Mercurio tra cinque anni.
Durante il flyby della Terra, le sonde hanno effettuato alcune rilevazioni necessarie per tarare gli strumenti, fotografando il nostro pianeta, la Luna e misurando il campo magnetico terrestre.
L’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha pubblicato alcuni scatti. Eccoli.